Da Mago Mariano a Gennaro D’Auria: ecco i cinque maghi cult degli anni Novanta
Mentre le reti nazionali mandavano in onda le lolite scatenate di Boncompagni, le televisioni private napoletane (e non solo) allietavano i telespettatori con dei pezzi di tv trash che i programmi di Barbara D’Urso in confronto sono dei documentari di Piero Angela.
Era l’epopea dell’ “uno quattro quattro”, quelle linee telefoniche dove si spendevano quattrocento mila lire solo per dire “Pronto” (e solo a sentire la parola “lira” che scatta la malinconia, quella profonda).
Questi costosissimi “consulti” telefonici si dividano in due grandi macro-aree: le linee erotiche e le chiamate a cartomanti, maghi e fattucchiere varie.
Per entrambe le categorie la televisione era il palcoscenico perfetto.
Dopo le undici di sera le emittenti private per esempio erano piene di signorine svestite che ammiccavano sexy con un telefono in mano e con il “numero in sovraimpressione” (diciamo che insieme alla trasmissione “Colpo Grosso”, le linee erotiche su Tele Akery erano lo “Youporn” degli anni Novanta).
La “categoria maghi”, invece, creò delle vere e proprie star del piccolo schermo che a tutte le ore predicevano il futuro e davano pure i numeri (in tutti i sensi, non solo quelli del Lotto).
Chi non ricorda Gennaro D’Auria e le concerie di Montuoro?
Come dimenticare Rita Russo e i suoi cazziatoni in diretta Tv?
Senza entrare nel merito della discussione abbastanza seria dei millantatori e dei truffatori della magia, facciamo un viaggio divertente nelle icone del passato che noi, ragazzi con il jeans El Charro, guardavamo in tv.
Ecco allora cosa fanno ora queste star della magia che sono appartenute alla generazione ottanta – novanta (ed è inutile che fate gli intellettuali super colti tanto lo so che li conoscete pure voi!):
Gennaro D’Auria
La vera icona di questo fenomeno è Gennaro, il nostro Gennaro D’Auria, che non solo in televisione ma anche da Radio Camaldoli Stereo ci allieta ancora con i suoi famosissimi consulti, tra morti che appaiono, corna che si sgamano e i telespettatori gay ops “uomini sessuali”.
In quegli anni il “Sommo Veggente” era talmente famoso che Lino D’Angiò a Telegaribaldi (altro programma cult dell’epoca) ne fece un’esilarante imitazione.
Le telefonate del mago di Torre del Greco sono un vero e proprio cult, di quelle cose che non si può non ascoltarne per ore e ore.
Maga Rowena
Simpatica, caciarona e dai capelli rosso fuoco Maga Rowena era una vera e propria istituzione dei cultori del genere e ci ha lasciati qualche anno fa, nel 2015.
Parlava un italiano abbastanza discutibile e ancora oggi spopolano su Youtube i video di Maga Rowena mentre si appiccicava con qualche ascoltatore o mentre chiedeva non proprio educatamente agli assistenti di studio il solito bicchiere d’acqua.
Rita Russo
La sensitiva Rita continua la sua attività sia di sensitiva che di personaggio televisivo.
Lavora oltre che come cartomante anche a Tv Luna con “Buonasera Rita”, un salotto televisivo con ospiti, interviste, musica e chiaramente esoterismo.
Ve la ricordate mentre staccava innervosita la telefonata perché l’ignaro telespettatore non aveva detto “Buongiorno”?
Grazie Rita per questi pezzi di televisione “napoletan-popolari”.
Maga Titì
“Amore tu ci tevi cretere” era questo il motto di questa maga che con il suo dialetto metà francese metà napoletano era specializzata nella "cultura angelica".
Era molto nota all’epoca ma a oggi non si hanno più notizie.
Impossibile dimenticare la sua imitazione sempre di Lino D’Angiò (ma oltre al Festivalbar non si potrebbe riportare in tv Telegaribaldi?)
Mago Mariano
Faccia da simpaticone, capello lunghetto e dal discutibile buongusto in fatto di camicie Mago Mariano, all’anagrafe Salvatore Buonocore, era uno dei sensitivi televisivi più famosi in tv, noto soprattutto per i ritorni d’amore.
Opera ancora come veggente in molte parti d’Italia e tra Piazza Nazionale e il Ponte di Casanova sventola il suo striscione con il numero di telefono.
Cinque personaggi che ci portano negli anni del liceo, tra l’acne giovanile e i jeans a “zumpafuosso” (ah no, quelli ci sono ancora), un viaggio nella malinconia che ci ricorda dei “bei tempi andati”, di quando eravamo felici ma non ce ne accorgevamo.
Un momento per perdersi nei ricordi, il rimedio perfetto per stare un po’ meglio e, scusatemi tutti, non c’è “tarocco” o mago che tenga.