L’archivio delle Tre Ghinee/Nemesiache entra a far parte della Biblioteca Nazionale di Napoli
La Biblioteca Nazionale di Napoli apre le sue porte, nella sezione Lucchesi Palli, all’archivio del gruppo storico femminista “Tre Ghinee/Nemesiache”, fondato da Lina Mangiacapre alla fine degli anni ’60.
Da martedì 8 marzo 2022, in occasione della giornata della donna, sarà possibile consultare il sito web del gruppo direttamente dal sito della Biblioteca Nazione di Napoli (www.bnnonline.it).
La direttrice della Biblioteca Nazionale, Maria Iannotti, dichiara che “L’Archivio delleNemesiache completaanche un percorso che la Nazionale di Napoli ha iniziato nel 1991 attraverso il fondo soggettività femminile con l’obiettivo di testimoniare il pensiero della differenza nel suo excursus storico, e potrà esse un punto di riferimento nella ricerca e nello studio della differenza sessuale nel teatro e nella cinematografia. “
Romanzi, composizioni filosofiche, testi per il teatro, cinema e giornalismo fannoparte della donazione di Silvana Campese, socia fondatrice, insieme a Lina Mangiacapre, sua sorella Teresa ed altre Nemesiache della Cooperativa Tre Ghinee.
Tra i contenuti donati alla Biblioteca si possono leggere titoli e schede dei film che hanno ricevuto alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia il premio intitolato ad Elvira Notari e successivamente a Lina Mangiacapre.
Non mancano gli scritti di teoria femminista di Lina Mangiacapre come il “Manifesto delle Nemesiache”, e la rivista “Mani-Festa”.
“Lina Mangiacapre - commenta Sivana Campese - si propose come visione alternativa sia al femminismo che al marxismo. La sua azione politica si fondava sull’arte in molte delle sue espressioni, come strumento di lotta politica, per evidenziare la necessità di liberare le origini, la profondità, la bellezza e lo spessore della cultura partenopea, da troppo tempo confinata in schemi riduttivi in versione più che altro di tipo folcloristico. Le Nemesiache erano ispirate e motivate dal fortissimo e profondo desiderio di riappropriazione delle proprie origini.”
Ilaria Saitta