Cerco un centro (di gravità permanente)
Stile lavorativo molto diffuso oltre la linea gotica, e da un po’ di tempo in uso anche da noi, il coworking rappresenta in realtà una piccola rivoluzione culturale.
Promette condivisione di saperi e di esperienze, circolazione di idee, potenziamento delle proprie capacità. Ma anche la possibilità di avere a disposizione una postazione lavorativa ad un prezzo estremamente vantaggioso, servizi, un’atmosfera appassionata e stimolante. E da oggi tutto questo è possibile anche da noi, in quella che è l’area della città per eccellenza destinata ai servizi e al professionismo: il Centro Direzionale. Qui, in un grande ambiente fronte strada, messo in piedi con gran cura e profondo senso estetico è nato Re.Work, uno spazio di coworking che risponde alla flessibilità del mercato del lavoro e ne intercetta il lato bello, facendo il possibile per trasformare un disagio in una opportunità. Nato per idea di Alfredo Guerri, un giovane imprenditore napoletano che proviene dal mondo della progettazione d’interni, Re.Work è uno spazio fluido, che mira ad intercettare un pubblico di professionisti che via via, naturalmente, si ‘auto-selezionerà’finendo per dare a Re.Work un carattere preciso, definito. Diversi i servizi che aggiungono alle 120 postazioni di lavoro dotate di una connessione wi-fi: zona relax, un bistrot che offre una cucina leggera e gustosa, una segreteria, aree meeting per riunioni formali, possibilità di accesso 24 ore su 24, e il tutto a dei prezzi molto competitivi. In questo senso Re.Work è una vera e propria sfida, che mira a sdoganare tutti i luoghi comuni legati al Centro Direzionale, alla sua invivibilità, alla sua mancanza di un’ offerta culturale: nel suo spazio relax, infatti, con cadenza settimanale verranno organizzati happy hour, corsi di pasticceria, momenti di formazione, piccoli concerti e anche mostre, la prima delle quali vedrà protagonisti i lavori dei partecipanti al Premio Centro Direzionale per l’Arte, promosso proprio per ripensare al futuro e trasformare il presente del business center e finalmente per riappropriarsene, così da assorbirlo all’interno della compagine urbana.
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