Vestire usato fa sociale!
Capi originali e soprattutto unici e dal "rovescio" sociale. A Napoli apre il primo store di abiti usati di qualità della catena "Share" del centro-sud. Vestire usato "fa sociale".
Vuoi essere "figo"? Vesti sociale. Un pantalone 8 euro, un abito 10, una giacca Fendi a 28, abiti per bambini a partire da 5 euro. Da meno di un mese anche a Napoli, sul centralissimo Corso Umberto I, 158, ha aperto "Share", parola d'ordine: condividere. Finalizzato al recupero di abiti usati e al sostegno di progetti solidali Share è il progetto sviluppato da Vesti Solidale Soc. Coop. Soc. ONLUS che portò all'apertura del primo punto vendita a Milano il 12 marzo 2014. L'obiettivo era quello di valutare la sostenibilità di una nuova attività commerciale che proponesse alla clientela capi d’abbigliamento usati di altissima qualità e provenienti dall’Italia e dall’Estero ed attraverso la loro commercializzazione potesse garantire creazione di nuova occupazione, generazione di risorse economiche da destinare a progetti di solidarietà sul territorio e completare la filiera del recupero indumenti usati attraverso la raccolta da cassonetti stradali. Il progetto sin dall’origine voleva avere respiro nazionale attraverso il coinvolgimento di altre realtà NO-PROFIT che ne condividessero le finalità ovvero: – implementazione nuove attività d’impresa per cooperative sociali di tipo B che sono alla ricerca di nuovi settori d’attività a seguito della ridotta redditività delle tradizionali attività svolte (pulizie, assemblaggio, trasporti, gestione rifiuti etc.) – sperimentazione dello “stile” di lavoro proprio della cooperazione sociale di tipo B in un settore commerciale che si rivolge al grande pubblico – generazione di risorse economiche da utilizzarsi sul territorio con finalità sociali sostenendo attività non redditizie oppure finanziando lo start-up di nuovi servizi – creazione di occupazione rivolta soprattutto a giovani e donne – chiusura della filiera dell’abbigliamento usato che alcune cooperative sociali già gestiscono, fornendo a realtà no profit l’occasione di occupare l’anello finale della filiera – posizionamento sul mercato nazionale di un nuovo marchio che possa coniugare aspetti ambientali, solidaristici ed occupazionali detenuto e rappresentato esclusivamente da realtà no-profit con l’aspettativa che tale marchio possa riscuotere particolare interesse tra quanti vogliono orientare eticamente i propri consumi e quanti sono alla ricerca di nuovi modelli di consumo. L'idea si è concretizzata tanto è vero che 4 cooperative sociali hanno aderito a questa proposta aprendo negozi SHARE a Milano, Varese, Lecco.
Ed ecco il primo negozio del centro-sud Italia ha aperto a fine settembre proprio a Napoli dalla Cooperativa sociale di tipo B Ambiente Solidale che opera nel settore della raccolta e del trasporto di rifiuti speciali, “pericolosi” e “non pericolosi” quali: tessile, materiale hi-tech (computer, monitor, dispositivi informatici), prodotti esausti di stampa (cartucce ink-jet, laser, toner, ecc.), oli vegetali, carta e cartone. Per quanto concerne il materiale tessile (abiti usati, scarpe accessori) la cooperativa, oltre ad occuparsi della raccolta mediante apposite campane stradali, detiene il trattamento del prodotto presso il proprio centro di stoccaggio insieme alla successiva commercializzazione. Il punto vendita di Ambiente Solidale ONLUS è stato avviato grazie a finanziamenti propri, della Fondazione Peppino Vismara e CEI 8×1000, erogati tramite la Caritas Diocesana di Napoli. Ambizioso obiettivo del progetto è creare risorse economiche, dall’attività di impresa sociale, ed investirle per fronteggiare le nuove povertà. Ecco perché Il 10% (dieci per cento) dei ricavi annui derivanti dalle vendite di capi di abbigliamento all’interno del punto di vendita sarà devoluto a progetti sociali sul territorio. Non si tratta del solito negozio dell’usato che si rivolge a persone prive di risorse. Share è per tutti quei clienti che sono attenti al valore dei propri consumi. "In un momento in cui i bisogni delle persone aumentano e le risorse pubbliche diminuiscono" – spiega Antonio Capece, presidente di Ambiente Solidale -«il nostro modello tende a creare una catena sostenibile, per capire se sia possibile generare ricchezza da destinare alle imprese sociali di servizi per persone svantaggiate». Scegliere un vestito di seconda mano non è quindi un ripiego, ma un nuovo approccio ai consumi che unisce il risparmio alla solidarietà, il rispetto dell’ambiente, l’inserimento lavorativo all’utilizzo sociale della ricchezza prodotta.
Nei duecento metri quadri del negozio aperto dal lunedì al sabato dalle 9.20 alle 20.00 in orario continuo troverete indumenti usati raccolti (a seguito di un processo di trattamento, igienizzazione e selezione) e manufatti artigianali realizzati nei laboratori attivati presso alcune opere segno della Caritas Diocesana di Napoli.
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