I mercatini per chi resta in città
Gli ottimisti la chiamano decrescita felice, i più realisti e intellettualmente onesti, semplicemente recessione.
Quale che sia la causa, cresce in maniera esponenziale il numero di coloro che rinunciano alle vacanze per restare in città, (parte poco più che il 15% dei napoletani). E al danno si aggiunge la beffa, dal momento che chi resta troverà la maggior parte dei negozi chiusi. E non solo i turisti, come ogni anno alla disperata ricerca di qualche souvenir da portare a casa, ma anche i napoletani (perlopiù gli over 65) che non possono che fare affidamento sui centri commerciali , realtà decentrate e spesso difficilmente raggiungibili, e sui piccoli commercianti di quartiere che resistono al caldo e alla penuria di clienti, garantendo però almeno i beni di prima necessità. Unica vera certezza per chi resta e ha voglia oltre che di scendere per comprare pane e latte, anche regalarsi qualche momento frivolo, distrarsi, stemperare la noia con l’acquisto di qualcosa di superfluo sono i mercatini, realtà di quartiere inaffondabili: restano aperti quello di Porta Nolana dove accanto a pesce, frutta, verdura, si trovano anche capi d’abbigliamento, il Mercato del Cassano a Secondigliano, Antignano, lo storico luogo di aggregazione e svago per i vomeresi dove è possibile trovare davvero di tutto, e da dove -soprattutto- è impossibile uscire senza aver comprato nulla, il mercato della Pignasecca nel cuore di Montesanto, chiassoso, colorato, non distante il mercato della Sanità, ancora il Mercato di Sant’antonio Abate, più noto come ‘Buvero’ cuore commerciale dell’omonimo Borgo che unisce Porta Capuana a Piazza Carlo III, e infine quello di Fuorigrotta, poco invaso dalle cineserie, specializzato in abbigliamento e pellami, con una ampia zona dedicata agli abiti usati.
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