Frontiera, il corto premiato ai David raccontato dall’attore co-protagonista Fiorenzo Madonna
Frontiera, regia di Alessandro di Gregorio, è il cortometraggio che pochi giorni fa è stato selezionato dalla commissione dei David di Donatello come miglior Cortometraggio. Regista e troupe sono partenopei. Conversazione con Fiorenzo Madonna, attore principale di questo cortometraggio, tanto delicato quanto struggente.
Il progetto
L’idea di Frontiera nasce dopo il tragico naufragio del 3 ottobre 2013. Quell’ecatombe nei nostri mari fu la scintilla che diede inizio a tutto. Il cortometraggio è girato nell’isola di Lampedusa e racconta la storia di due persone, un necroforo ed un ragazzo alla sua prima esperienza da sommozzatore, nel cuore dell’emergenza umanitaria che è diventato il flusso migratorio via mare. Flusso che ha come approdo la piccola e desertica isola di Lampedusa. Il cortometraggio dura 15 minuti ed ha una particolarità: è muto. “Le immagini, più che le parole, riescono a raccontare quest’emergenza. – racconta Fiorenzo Madonna- senza contare che il nostro direttore della fotografia Clarissa Cappellani ha fatto un lavoro magistrale dando voce a scende mute, rendendole quasi assordanti. Le nostre battute sarebbero state ridonanti”.
Venezia, I David e tanta strada ancora
“Quando mi hanno detto che il cortometraggio aveva vinto il David ho stentato a crederci, ancora adesso ho difficoltà a rendermi conto di cosa sia successo. Qualche tempo fa il cortometraggio fu presentato a Venezia, ora il David, è incredibile e bellissimo”. Fiorenzo è un attore che non fa cinema di solito, attore teatrale si è cimentato in questo discorso artistico così simile ma così differente “Fare cinema è stata una bellissima avventura, completamente diversa dal teatro ovviamente. Quello che mi ha colpito di più è stato il cambio di punto di vista e le conseguenze. Tutto è più preciso, più dettagliato. Un’esperienza che mi ha fatto crescere molto.” Ed è proprio il teatro che lo ha preparato in maniera magistrale a questo ruolo che interpreta con passione ma soprattutto con l’abilità di un animale da palcoscenico. “Il ruolo per me è stato facile da prendere, soprattutto da un punto di vista espressivo. Lavorando a teatro sono abituato a lavorare con tutto il mio corpo. Per interpretare il personaggio ho fatto delle giornate di affiancamento alla Guardia Costiera, per apprenderne le mimiche, la praxis”.
Raccontare la catastrofe
Il cortometraggio Frontiera affronta un discorso molto difficile, quello di Lampedusa. Un discorso legato all’immigrazione, all’accoglienza ma secondo la troupe legato principalmente ad un rovesciamento morale che sta avvenendo nella nostra società “Centinaia di migliaia di persone morte in mare ed è normale ormai. Quando in realtà ci troviamo nel pieno di una delle più sanguinolente emergenza umanitarie degli ultimi secoli. Come dice bene Alessandro, il regista, le prime frontiere da abbattere sono quelle psicologiche che dividono le persone, poi si potrà passare a quelle geopolitiche”.