Il Cholo Simeone
I vincitori nel bene o nel male hanno sempre ragione. Diceva Nelson Mandela che un vincitore è un sognatore che non hai mai mollato. Di pensiero differente invece Julio Velasco che dice che chi vince festeggia, chi perde spiega.
Il tecnico dei colchoneros, Simeone, inseguiva una chimera: la Coppa dalle grandi orecchie era divenuta un'ossessione dopo la finale di Lisbona persa all'ultimo secondo contro il Real Madrid.
Questa volta per il Cholo rappresentava una vendetta sportiva senza precedenti: cercare di scrivere la storia in finale a Milano, sconfiggendo la stessa squadra che si era impadronita del sogno di una vita, cioè quello di diventare Campione d'Europa. Le premesse c'erano tutte ma non sono bastate le motivazioni, l'onore e la fatica. Anzi,dopo la sconfitta ai calci di rigore è iniziato per l'Atletico Madrid un calvario sofferente i cui effetti si sentiranno per un bel po’.
La faccia di Simeone è il ritratto infelice di chi non cerca scuse, di chi sa di aver dato tutto sul campo di battaglia. La sua sportività enfatizza quello che è il suo lavoro straordinario, lui che è un vero condottiero di una squadra che ha saputo regalare ai propri sostenitori gioie indescrivibili. Gli dei del calcio però sul punto più importante della sua carriera sportiva non hanno saputo gratificarlo e tributargli i giusti onori.
Perdere due finali è un autentico fallimento,ancor di più se è la stessa squadra, il Real Madrid, a sconfiggerti per due volte in finale di Coppa dei Campioni, una ai supplementari nel 2014 e una ai rigori nel 2016.
Il Cholo Simeone non ha rimpianti però, il suo orgoglio non ha fine e chissà che non consideri il suo ciclo all'Atletico Madrid concluso, dopo che era iniziato nel dicembre 2011.
Un aspetto da non trascurare è che Diego Pablo Simeone è un allenatore passionale, unico nel suo genere, che trasforma i propri calciatori in gladiatori pronti a sputare sangue per lui. Lui è il sergente di ferro e i suoi atleti sono i suoi soldati pronti a seguirlo in qualsiasi combattimento.
Sosteneva il politico Robert Green Ingersoll che la più grande prova di coraggio è sopportare la sconfitta senza perdere il cuore e in questo il Cholo può star sicuro.
(Alessio Bocchetti)